Raccontare le attività portate avanti lungo un’arco temporale di oltre quarant’anni, non sarebbe un’impresa facile, senza il dono della sintesi.
In un primo periodo, dal 1982, anno della fondazione della cooperativa, alla fine degli anni “90, i soci lavoratori, in prevalenza giovani con disabilità, erano impegnati nella manutenzione del verde pubblico comunale e in attività collaterali, anche di carattere sporadico, come la vendita dei cimali di pino nel periodo natalizio, la vendita di piante e piantine prodotte in un piccolo vivaio, la costruzione e vendita di oggetti fatti al traforo, la costruzione e la vendita di giochi artigianali, la creazione e vendita di candele, la creazione e vendita di quadretti con i fiori secchi, la creazione di fiori colorati, realizzati con i bozzoli del baco da seta.
Dagli inizi del 2000 prende piede una nuova avventura con la bachicoltura, previa creazione di un gelseto polivarietale, per nutrire i bachi da seta. Tanto fu l’entusiasmo in un primo periodo, anche stimolati da un contributo della comunità europea per telaino (unità di misura, di 20.000 semi bachi), nonostante non vi fosse il gelseto necessario ad allevare i lepidotteri (bombyx mori). Per supplire alla mancanza di foglia si andava per mari e per monti a cercare gelsi da cui prelevare la foglia chiedendolo ai padroni dei terreni che non sempre erano presenti. In questo caso si rischiava la querela ma non è mai successo.
I bachi al mattino dopo aver consumato, durante la notte, l’abbondante pasto.
Un momento formativo sulla bachi sericoltura con l’esperto tessile prof. Pasquale Filippelli.
Un momento formativo sulla bachi sericoltura con l’esperto tessile prof. Pasquale Filippelli.
Un servizio giornalistico sulla nostra attività di gelsi bachicoltura.
Strada facendo ci si rese conto della difficoltà a creare reddito con questa attività. per svariati motivi, soprattutto perché non esiste un mercato del bozzolo in Italia, né vi è la possibilità trasformare i bozzoli in seta, troppo pochi quelli prodotti da una piccola realtà come la nostra, per legittimare l’acquisto di una filanda e arnesi vari, necessari non solo alla trattura, ma alla sgommatura, alla torcitura e a tutte le altre fasi di lavorazione. Nel passato, infatti, vi erano migliaia di contadini in tutt’Italia, anche nel Sud, a conferire alle filande la loro produzione a carattere familiare, che nell’insieme, diventavano grandi produzioni.
Tuttavia non ci si perse d’animo e si adoperarono i bozzoli per creare fiori per fare bomboniere per sposalizi, lauree, comunioni, addobbi casalinghi. Non c’è casa di Acri e paesi limitrofi in cui non vi sia un bouquet dei nostri fiori, che non richiedono di essere annaffiati e durano nel tempo.
Larve di Baco da seta.
Bozzoli gialli.
Gli anziani della comunità che “sconocchiano”, ossia, la fase in cui i bozzoli vengono prelevati dalla “conocchia”, il ramoscello di ginestra su cui i bachi amano imbozzolare.
I bachi durante l’accoppiamento.
Le farfalle dei bachi, giunti alla fase finale dell’esistenza, depongono le uova (semi bachi).
Trattura manuale della seta.
Un’attività importante per 17 anni fu, tra l’altro, la creazione di spazi verdi e la manutenzione degli stessi, nei cui ranghi trovarono impiego un nucleo di 7 unità lavorative precedentemente formati, mediante un iter professionale gestito dall’ENAIP Calabria, rivolto a ragazzi e ragazze con disabilità; attività che cessarono sia per difficoltà di crescita della cooperativa che per scelte delle amministrazioni comunali interessate a occupare schiere di lavoratori pagati con i fondi regionali nelle attività manutentive del verde comunale.
In un secondo periodo, sotto la guida del dott. Faragò, il più grande esperto di sericoltura innovativa, imparammo ad estrarre dalla crisalide di questo importantissimo insetto, uno speciale olio che abbiamo venduto a un committente del Nord, essendo attribuito a questa sostanza, un potere curativo per la psoriasi.
Tutt’ora, pur avendo messo in stand by, l’attività di bachicoltura, usiamo questa sostanza per dei preparati in grado di curare la pelle afflitta da una qualsiasi situazione dermatologica anomala. La ragione della validità dell’olio di crisalide risiede nel fatto che contenendo simil cortisonici naturali è in grado di curare la cute, l’organo più esteso del corpo.
Un’iniziativa in piazza con i bambini datata 1985.
Fu nel 1985 che nei laboratori professionali realizzammo due manufatti (una barca e un cavalluccio di legno) che vennero donati alla comunità.
Tra le attività messe in cantiere negli anni abbiamo l’estrazione degli oli essenziali che usiamo come cura e per la vendita.
Su questo tavolo di lavoro si sta lavorando la calendula, una pianta medicinale importante sia per uso interno che esterno.
Una nostra ospite che pulisce i bozzoli dalla parte esterna al bozzolo, quella parte che l’insetto emette dalla bava serica per ancorarsi nel punto in cui decide di imbozzolare.
Le nostre evoluzioni e crescite di questi anni sono frutto della nostra passione ma, soprattutto, della consulenza (gratuita) di un esperto, lo stesso sopra accennato, che fu ricercatore chimico e sperimentatore di grandissimo valore di tante attività che vanno dall’agronomia alla botanica, dalla chimica delle proteine alla fitochimica, alla fitoterapia con le piante spontanee che crescono nel nostro sito (dall’elicriso alla calendula, dal cardo mariano alla bardana, dalla piantaggine al tarassaco ecc.).
Ci insegnò a estrarre l’olio di crisalide, ad impadronirci delle conoscenze teorico-pratiche per realizzare autoproduzioni che vanno dalla cosmesi naturale n(unguenti), alla liquoreria, alla fitoterapia), e tante altre attività, mai assurte ad attività squisitamente professionali e commerciali, ma comunque in grado di creare benessere, anche di tipo economico alla cooperativa.
Tutto ciò dette man forte all’autofinanziamento per la costruzione della struttura di accoglienza, attraverso la vendita, in una cerchia di conoscenti, sostenitori e sostenitrici, non solo a livello locale, ma anche delle persone che ruotano attorno a noi o sono parte di noi.
Tra le attività svolte nel tempo vi è quella della produzione agricola per coprire il fabbisogno alimentare della comunità e, negli ultimi anni, anche per la vendita, nella parte del surplus.
Anche la fattoria didattica nel anni del pre-covid fu un’attività complementare importante sia per i rapporti con il territorio e le istituzioni scolastiche che per il fatto economico in sé.
Attualmente gestiamo una casa famiglia multi utenza, realizzando il sogno di svolgere un servizio utile alla collettività.
Per chi voglia cogliere nella nostra storia, peculiarità, accenneremo agli aspetti economici, ribadendo che ogni nostra evoluzione è figlia di una combinazione di entrate varie:
-in primis dall’autofinanziamento con le attività; nei primi 17 anni della propria vita, ci si mantenne con l’attività di giardinaggio, di florovivaismo, di bachicoltura. In questo stesso periodo si godette di un contributo annuo di 30 milioni delle vecchie lire, concesso dalla Regione Calabria, a fronte delle attività del Centro di Aggregazione sociale, a sostegno delle persone con disabilità.
– un contributo di 10.000 euro dl Comune di Acri, con cui costruimmo un pozzo per l’irrigazione dei campi e come acquedotto di riserva quando manca l’acqua pubblica, alcuni piccoli contributi della Regione Calabria, per un importo complessivo di circa 30.000 euro, mediante l’impegno di alcuni politici locali, presenti nelle istituzioni (l’ex consigliere regionale Giuseppe Cristofaro, l’ex consigliere regionale Michele Trematerra, l’ex consigliere provinciale Michele Fusaro). Ben poca cosa rispetto alla cifra totale investita.
Nel secondo periodo, quello che portò alla creazione della casa dell’accoglienza si godette:
-dell’aiuto della gente comune, che contribuì con piccole somme e dell’aiuto importante di una benefattrice che ci donò un terreno su cui costruire la casa e da coltivare pari a 54 mila metri quadrati, un palazzo antico nel centro storico, una somma di danaro, per avviare i lavori di costruzione;
– di un bell’apporto dei sostenitori che ci destinaroni, negli anni, il 5 per 1000; –
di piccole vendite di prodotti artigianali realizzati dai soci e dai volontari nei mercatini e nelle rassegne espositive;
– del lavoro volontario del nucleo direttivo;
del ricavato dall’attività di bachicoltura e alchimie varie come unguenti, oli curativi, tisane, oli essenziali ecc;
-delle entrate derivanti dalle visite di scolaresche alla fattoria didattica ecc. ecc.
Completamente assenti le entrate da finanziamenti pubblici perché i finanziamenti per progetti richiedono quote aggiuntive di autofinanziamento, quote che bisogna comunque possedere, ma anche per sfuggire ai tempi lunghi delle burocrazie amministrative e del clientelismo politico, onnipresente nel sistema politico, con “le ruote che bisogna ungere”.
Detto questo evidenziamo due importanti aiuti economici e non solo economici nei tempi recenti: aver ricevuto alcuni finanziamenti da:
-Confagricoltura, Confederazione Nazionale dell’Agricoltura italiana, avendo partecipato e vinto un loro bando dal titolo “Coltiviamo Agricoltura Sociale”, con un nostro progetto dal titolo “Gli Agri Saggi del Villaggio”. La somma in palio era di 40.000 euro con cui realizzammo un orto botanico e altre strutture;
– Un contributo, per un’analoga somma da parte della Fondazione Vismara di Milano , che aiuta il sociale onesto e laborioso a sviluppare percorsi di Economia Sostenibile. Grazie a questa entrata abbiamo dotato la nostra azienda agro-sociale di un Parco per i nonni, i bambini, i giovani. Questi due apporti, hanno stimolato il reperimento di una quota parte di finanziamento, incentivando le motivazioni alla crescita nelle varie dimensioni (sociale, culturale, imprenditoriale).
Donatella, giovane volontaria che ha raccolto l’Epilobio.
Nello che ha raccolto l’Elicriso.
Gennaro all’opera.
Nello e Gennaro mentre eliminano piante superflue dall’orto botanico.
Muthiat una ragazza africana per un periodo riabilitativo da noi.
Gennaro primo accatasta la legna.
Gennaro secondo aiuta a preparare un orto.
I due Gennaro mentre eseguono lavori agricoli.
I due Gennaro con Nello.
Gennaro ha raccolto i fiori di zucca.
Gennaro mentre raccoglie fiori di zucca.
Gennaro raccoglie bacche di mirto.
Giuseppe raccoglie piante spontanee da cucinare.
Nello raccoglie la malva.
Lavorazione del mirto.
Lavorazione del mirto.
Lavorazione del mirto.
Giuseppe e Teresa raccolgono calendula.
Giuseppe, Enza, Gennaro, mentre raccolgono fagiolini.
Gennaro raccoglie fagiolini.
Gennaro accatasta la legna.
I nostri pomodori.
Se all’apporto economico dei due enti su menzionati, aggiungiamo un altro aiuto di poco meno
di 20.000 euro concesso dal Comune di Acri con fondi regionali, con cui abbiamo ristrutturato una casetta rurale presente nell’azienda, l’importo raggiunge i 100.000 euro in due anni che hanno aggiunto valore sia alla comunità di persone che abbiamo che all’azienda agricola.
Sommando le somme ricevute, aumentate da quote autofinanziamento di sostenitori e soci abbiamo potuto impegnare una somma di 150.000 euro, per fare le seguenti opere:
–la sistemazione del tratto di strada di accesso alla casa (un tratto di 600 mt da strada a terra battuta a strada di facile percorribilità non con fondo catramoso ma di cemento armato);
– la sistemazione dell’area esterna con marciapiedi, viottoli percorribili con le carrozzelle per i non deambulanti, percorsi per la riabilitazione posturale ecc.
Il non essersi esposti alle “forche caudine” della politica o di altri poteri negativi, pur presenti nella società meridionale, ha contribuito a creare quel clima interno di rapporti solidali e fecondi all’interno della cooperativa, ora anche comunità di accoglienza di nome e di fatto.
Nessuno può rivendicare il risarcimento di favoritismo, nessuno ci potrà mai togliere quel che si è conquistato col sudore della fronte, siamo liberi incondizionatamente.
Nello mentre insegna a realizzare prodotti cosmetici a un gruppo di ragazzi dell’Istituto professionale di Acri in alternanza formazione lavoro presso la cooperativa.
Nello chimico per caso e Bartolomeo, chimico vero, mentre insegnano a realizzare prodotti cosmetici.
Nello durante un’attività formativa in un istituto professionale di Cosenza.
Nello in attività di formazione lavoro in un istituto professionale della provincia.
Nello in attività di formazione lavoro in un istituto professionale della provincia.
Teresa e Giuseppe orgogliosi di aver raccolto fiori di calendula.
Nello con un gruppo di Boyscout della provincia in visita.
Un’infornata di pane.
Enrica mentre raccoglie fiori di centaurea.