Servizio Civile Universale (spesso abbreviato in SCU) è l’attuale denominazione del servizio civile nazionale italiano, assunta dal 2017, per sottolinearne l’apertura a tutti i giovani, italiani e non.[1][2]
Consiste nella scelta volontaria di dedicare fino a un anno della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.
Da quando ci siamo costituiti come Casa famiglia multiutenza abbiamo attivato, mediante ilCSV (Centro Servizi per il Volontariato) n. 4 posti di giovani motivati all’ “AIUTO”, questo servizio, che ha accresciuto la nostra capacità di dare prestazioni alle persone della nostra casa, in prevalenza anziane, opportunità di recuperi fici, emozionali, cognitivi, percettivi, sensoriali ecc.
Ciò è coerente con l’impostazione milaniana della nostra Casa-Comunità, essendo stato, Lorenzo Milani, l’antesignano del servizio civile. E’ ancora fresco il ricordo del priore di Barbiana di quando i cappellani in congedo della regione Toscana riuscirono a metterlo sotto processo per una sua lettera pubblicata dalla rivista comunista Rinascita.
In appello venne pure condannato (per chi voglia approfondire si suggerisce la lettura della Lettera ai giudici e L’obbedienza non è più una virtù), ma la pena venne estinta per la sua prematura morte. Intanto, il Parlamento nel 1972, approva la legge che consentiva il servizio civile per chi fosse obiettore di coscienza, quando ancora il servizio militare era obbligatorio, ponendo fine alle carcerazioni di antimiliaristi e testimoni di Geova)
Qui di seguito pubblichiamo delle testimonianze di chi ha già effettuato da noi il servizio.
LAURA CAPALBO
Oggi scrivo per raccontarvi la mia storia e quella di una Comunità speciale e importante per il nostro territorio. Qualche tempo fa vissi una fase della mia vita nella quale avevo perso la via da seguire: non sapevo che scelte prendere dal punto di vista lavorativo e personale. Non trovavo un hobby né un lavoro e non riuscivo proprio a capire quale strada prendere. Proprio in quel periodo arrivò colui che mi piace definire il mio ‘’angelo’’: Nello Serra, il fondatore della Don Milani. Lui venne a trovarmi e mi parlò della comunità. Inizialmente si accese in me una strana curiosità, al punto tale che andai sui social a cercare la pagina e ad osservarne tutti i contenuti. Mentre da un lato, come ho detto, ero interessata, dall’altro ero decisamente spaventata all’idea. Non avevo, infatti, mai avuto esperienze del genere e non sapevo come mi sarei potuta comportare in quell’ambiente. Le domande che sorgevano nella mia mente erano tante: sarò in grado di farlo? E se poi sbaglio? Ma saprò come pormi con gli anzian i? Pian piano, però, mi convinsi, anche grazie a Nello e al modo con cui si era posto nei miei confronti: era sempre stato simpatico e gentile, e proprio questa gentilezza mi portò ad intraprendere il percorso che non sapevo sarebbe diventato uno dei più i mportanti della mia vita. Cos’è ad oggi la Don Milani per me? Una seconda famiglia, una casa, un rifugio, un gruppo di persone la cui forza si è allentata, a volte quasi spenta, mi riferisco agli anziani, ma il cui cuore batte forte e mi rende felice pensare di aver fatto parte della loro vita, anche se per poco. Dopo l’inizio del lavoro, con mia grande sorpresa, tutti i dubbi avuti in precedenza crollarono. Quest’esperienza mi ha fatto crescere da molti punti di vista: quello lavorativo, ho capito, infatti, che amo donare sorrisi a persone la cui forza di sorridere con il tempo si è affievolita e che se questa possibilità si ripresentasse alla mia porta non esiterei ad accoglierla; quello umanistico e sanitario, ho compreso grazie a Nello come superare i momenti di difficoltà che si ripresentavano spesso con i residenti della comunità e a vivere con gioia ogni giorno come fosse l’ultimo. Non bisogna mai lasciarsi abbattere, al contrario bisogna farsi forza e pensare poco a cosa verrà e di più a cosa possiamo farne del nostro presente. Ringrazio tutti coloro che sono stati presenti in questo mio percorso: le mie colleghe, con le quali ho stretto un forte rapporto di amicizia, gli anziani conosciuti nella comunità di cui porto nel cuore uno splendido ricordo, Nello Serra che mi ha aiutato quando ne avevo bisogno e mi ha fatto conoscere un mondo nuovo al quale ho scoperto essere molto legata e tutta la Comunità Don Milani per il supporto e per tutti i meravigliosi momenti passati insieme”. Laura
INTERVENTO DI ELENA.
Sono Elena Fusaro e sono un’assistente sociale specialista.
E’ difficile trovare le parole giuste per descrivere quella che è questa comunità, bisognerebbe viverla quotidianamente per capire come qui si vive.
Quasi un anno fa ho iniziato il mio percorso lavorativo nella comunità Don Milani, e’ stato un viaggio ricco di esperienze positive che mi ha permesso non solo di mettere in pratica quanto studiato ma ha contribuito anche alla mia crescita personale.
Lavorare nel sociale non e’ semplice, non e’ facile, non c’è un manuale di istruzione ma lavorare nel sociale ti fa rendere conto che quando aiuti gli altri fai del bene anche a te stesso.
Non mi piace definire questa comunità come una struttura residenziale delimitata da mura in cui tutto e’ fine a se stessa, mi piace definirla una CASA FAMIGLIA le cui mura residenziali sono abbattute dall’amore e dall’affetto costante. Tutto questo reso possibile da Nello che con dedizione e impegno cura tutto nei dettagli, dalla Presidente attenta a tutte le esigenze e da Donatella pilastro fondamentale della comunità.
Il segreto dell’operato della Don Milani e’ la capacità di intercettare i bisogni dei nostri ospiti, di assecondarli, di intervenire ma soprattutto rispettare i tempi della loro ripresa. Pertanto, i nostri anziani scelgono di rimanere ogni giorno con noi perché si sentono accolti, presi in considerazione da ognuno di noi, capiti e coccolati; e’ importante che tutta la comunità capisca l’importante risorsa che abbiamo nel nostro territorio.
Io mi ritengo fortunata di far parte di questa grande famiglia.
Grazie.
VALENTINA TERRANOVA
Ho conosciuto questa struttura grazie alla mia esperienza con il servizio civile. Ricordo che un giorno lessi per caso la storia della nascita di questa comunità. Immediatamente dopo averla letta, ho sentito come uno slancio verso di essa, possiamo dire che è stato come un amore a prima vista. Così ho deciso di contattare la struttura e oggi, come vedete, sono qui con voi.
La storia di Don Milani è sempre stata per me fonte di grande ispirazione e ritengo che la sua testimonianza sia ancora oggi attualissima. Il suo spirito e i suoi insegnamenti vivono in questa comunità dove regnano una grande umanità e serenità terapeutica.
Umanità, senso di pace, accoglienza, empatia, serenità sono le parole chiave che ben descrivono il clima che si respira qui e che ho percepito fin da subito arrivando in questa struttura.
Ricordo, infatti, ogni dettaglio della prima volta che venni in comunità…
La bellezza della natura incontaminata che circonda la struttura mi colpì immediatamente tanto da dire al mio fidanzato che questo era senza dubbio uno dei posti più incantevoli che avessi mai visto.
Ricordo anche alla perfezione il mio primo incontro con Nello: difficile spiegare a parole quel senso di fiducia istintiva che ho avvertito nei suoi confronti già allora.
Il mio intuito non si sbagliava e infatti ho instaurato con lui un bellissimo rapporto fatto di empatia e comprensione profonda: Nello è una persona straordinaria e umile e per questo ancora più straordinaria.
Già in quei primi momenti una vocina interiore mi diceva: “Valentina finalmente hai trovato la tua strada”, e oggi posso dire che avevo ragione a pensare così.
Che dire dei mesi passati qui? Sicuramente posso affermare che ho avuto l’immensa opportunità di mettere alla prova le mie capacità.
Attraverso questi laboratori ho capito che anche nelle persone con demenza si possono vedere tanti miglioramenti sorprendenti!
Penso che la magia di questa struttura sia proprio quella di vedere persone con demenze gravi adattarsi all’ambiente, alle regole e soprattutto fare tanti miglioramenti anche a livello comunicativo.
Ho capito che con gli anziani l’ascolto é importantissimo: hanno bisogno di raccontarsi! Attraverso i loro racconti si possono cogliere i loro bisogni, si può capire ciò che amavano fare da giovani e che vogliono continuare a fare. Tutti elementi che poi diventano vitali per aiutarli a stare bene e vivere nel migliore dei modi.
Ricordo ancora il giorno in cui abbiamo deciso di accogliere Ernestina nella nostra comunità. Appena arrivata era fredda, diffidente e sembrava non motivata a rimanere… Non è stato facile all’inizio.
Eppure, parlando a lungo con lei e la sua famiglia ho scoperto tanti aspetti che potevano aiutarla a sentirsi a suo agio e, tra le altre cose, mi ha confidato di essere una grande appassionata di musica popolare. Così da allora la musica e i balli fanno parte della sua quotidisnità e da quel giorno non aspetta altro che il momento in cui accendo la radio. Questo esempio dimostra come l’ascolto sia prezioso e possa davvero fare la differenza, ma anche come in comunità si ascoltano le esigenze di tutti e si cerca di andare incontro ad ognuno.
Penso che sia molto importante far passare questo messaggio soprattutto al di fuori di qui.
Ritengo che sia di vitale importanza la mediazione perché bisogna incidere nell’immaginario collettivo che purtroppo lega le case “famiglia” a un qualcosa di negativo: molti le vedono come un posto in cui andare a concludere la propria vita, un luogo in cui si viene assistiti solo con medicine e accudimento di base.
L’assistenza e l’accudimento sono fondamentali, ma, io, come psicologa, reputo ugualmente importante far recuperare aspetti perduti della vita di queste persone per migliorare la qualità della loro esistenza. Non solo questo ma in tal modo si dà agli anziani la possibilità di fare cose nuove che non hanno mai fatto prima e questo influisce positivamente su di loro.
Ciò è importante perché significa riuscire a far diventare ciò che era latente latentizzato, non espresso esprimibile.
Mi vengono in mente le parole di Teresa, la quale dice: “io adesso sto leggendo, scrivendo, ma prima non l’avevo mai fatto”. Queste nuove possibilità la aiutano a sperimentarsi e a sentirsi bene.
In questa comunità si cerca di fare proprio questo: avere cura della fragilità degli anziani che ci vengono affidati, dare loro speranza e far sì che possano sperimentare cose nuove, insomma di vivere nel senso più pieno del termine un’esistenza ricca e serena.
Per questo e per molte altre cose sono grata e felice di lavorare presso questa incredibile struttura.
Concludo citando Nello il quale ha più volte sottolineato l’importanza della troppo trascurata intelligenza emotiva, che ci consente di cogliere le sfumature delle cose, saperci adattare, essere resilienti. Grazie a lui e alla comunità ho capito che un bravo psicologo per aiutare i pazienti veramente deve saper tendere l’ancora verso di loro, aiutarli a trasformarsi e attivarsi e per poterlo fare non può prescindere da queste capacità.
Grazie a tutti
ERMIN SPOSATO
Sono Ermin Sposato e sono una Educatrice Professionale. Vorrei raccontarvi come inizialmente sono entrata a conoscenza di questa meravigliosa Comunità. Premettendo che provengo da un paese limitrofo, incominciai a seguire la pagina della Comunità Don Milani dai social, dove si evinceva un forte senso di amorevolezza per ciò che si faceva e ciò che si trasmetteva alle persone. Una officina naturale e grandi conoscitori del sociale, che vede come fondatore Nello Serra, uomo di cultura per il quale porto una grande stima. La prima volta che andai a visitare la comunità, fui accolta nei miglior dei modi, travolta da forte senso empatico e di serenità. In questa comunità durante la mia esperienza del servizio civile, ho imparato moltissimo, non solo a livello professionale ma anche a livello emozionale e personale, potendo assistere a riabilitazioni fisiche e soprattutto mentali. Persone che hanno ritrovato il sorriso, che ballano, cantano, poiché bastano piccoli gesti per farli felici. Ma voglio definirla “Casa”. Una tavola rotonda dove ognuno partecipa attivamente ad aiutare l’altro.. Finisco ringraziando tutti coloro che ne fanno parte di avermi dato la possibilità di coltivare questa esperienza. Grazie al fondatore Nello Serra, alla presidente e ad ogni suo collaboratore. Ricordandando una citazione che mi disse Nello: “La Comunità è uno stato d’animo”. Ebbene si, è proprio così. Grazie Comunità Don Milani “
FABIANA COVELLO
Mi chiamo Fabiana Covello e sono una volontaria del servizio civile, diplomata in chimica e biotecnologie ambientali. Ho conosciuto Nello e la Don Milani proprio grazie alla mia scuola, perché come molti sanno Nello non si occupa solo della casa famiglia, ma svolge molte altre attività come la creazione/formazione di molti prodotti cosmetici completamente al naturale, prodotti che ho provato personalmente, avendo buoni risultati. Grazie a queste attività di laboratorio ho potuto accompagnare Nello ad alcune lezioni con allievi delle scuole. Dove ho potuto rammentare/ricordare ciò che conoscevo dal mio percorso di studio, ma anche imparare tante cose nuove. Svolgendo il mio servizio civile alla Don Milani ho potuto conoscere una comunità completamente nuova per me composta da persone molto appassionate per quello che fanno. Ho potuto conoscere Enrica la presidente sempre disposta ad ascoltare e aiutare in qualsiasi cosa, Donatella indispensabile per le attività della comunità e Nello sempre disposto a dare tutto di sé per il benessere degli altri, usando le sue capacità e i suoi continui studi per aiutare chi è residente in casa famiglia. In questo anno sono cresciuta molto in tanti aspetti ed è grazie a tutte le persone che ho conosciuto e all’attività svolte, facendo parte di una comunità come questa impari a essere adattabile a tutte le esigenze che sopraggiungono e capisci che aiutare altri ti fa stare bene, sono grata di questo percorso e dell’esperienza fatta.