mercoledì , 5 Febbraio 2025

BACHICOLTURA

Da poco non alleviamo più bachi da seta, eppure per 22 anni, dall’inizio del 2000, abbiamo vissuto un periodo esaltante. Degli inizi ricordiamo le palpitanti emozioni, di quando i bachi, chi li allevava,  li sognava anche di notte, e di quando, sempre di notte li visitava. Calzante, a proposito, è una frase di Corrado Alvaro: “Chi ha bachi non dorma”.
E, così, nel periodo d’allevamento non  si dormiva, perché i bachi hanno bisogno di essere accuditi e sorvegliati anche di notte, soprattutto se non si hanno locali climatizzati e termo-regolati. Basta, infatti, uno sbalzo termico (il baco si alleva d’estate quando fa caldo, ma di notte le temperature tendono a scendere e se la temperatura della bigattiera, il locale in cui il bigatto, così veniva chiamato il baco anticamente, scende al di sotto dei 18 gradi, l’animaletto smette di mangiare perché il suo metabolismo si blocca, costituendo, ciò, nocumento al prosieguo della sua riuscita, come produttore di ricchezza.
Il baco da seta (bombyx mori), una volta, anche in Calabria, era un produttore di ricchezza, soprattutto per i filandieri e per quelli che la seta la commercializzavano, ma anche i piccoli produttori, avevano quel  tornaconto per sfuggire alla fame e integrare il reddito familiare.
Vi fu il tempo (quello d’avvio) in cui si avevano grandi aspettative, addirittura quella di riuscire a produrre la seta. Imparammo la trattura a mano, ma prendemmo coscienza che quest’ operazione può avere una valenza didattica, non produttiva, come anche la torcitura, la tintura ecc.
Per fare la seta occorrono tonnellate di bozzoli che non possono essere prodotti da una sola azienda, né tanto meno da una piccola cooperativa sociale come la nostra. Occorrono, infatti, grossi investimenti in macchinari e attrezzature, e tutto questo senza il ben che minimo aiuto statale o comunitario.
Vi fu un periodo in cui si auto-organizzò su un gruppo nazionale di esperti,  per impostare una filiera, che fosse da stimolo sia al mondo agricolo che industriale, per dare al settore una prospettiva di sviluppo. Ma quando si propose di chiedere l’impegno governativo  e della CEE, chi poteva, si tirò indietro perché era più importante il “Piano carne”, a favore di chi allevava mucche. E pensare che perfino in Fascismo dava agli allevatori un’aiuto economico, aiuto che anche noi, per un periodo, prendemmo dalla comunità europea, prima che venisse tolto.
Capimmo che non saremmo riusciti a diventare produttori di seta, pur tuttavia, allevare bachi costituì un grandissimo fattore di immagine positiva, per il fatto che da un gruppo sociale debole una cooperativa costituita da giovani con disabilità varie, scaturisse un fattore di novità, novità colta e sfruttata, dagli operatori  delle scuole primarie, in particolare materne ed elementari, che favorirono le visite presso la nostra fattoria didattica, in cui i bachi costituivano una formidabile attrazione.
Con i bozzoli realizzammo fiori per bomboniere e composizioni floreali, che vennero acquistate da moltissime persone, sia per la bellezza che per voler dare un  contributo per la costruenda struttura di accoglienza. Non v’è casa di Acri e d’intorni che non ne abbia un mazzetto; i nostri fiori vennero venduti, perfino, per un lungo periodo,  a Bologna, in un negozio di un’associazione no profit.
Del baco non si perde nulla e anche dalla crisalide, un prodotto di scarto,  abbiamo ricavato risorse economiche utili alla causa, estraendone uno speciale olio, ritenuto valido per affrontare problemi della pelle. I nostri bozzoli sono stati venduti anche per imbottiture o realizzare manufatti artigianali, da donne amanti di queste lavorazioni.
A conti fatti, però, non vi è il guadagno, per legittimare una produzione, con cui pagare i costi di produzione, e avere il necessario margine di guadagno.
Cionostante si è deciso di mettere in stand by quest’attività, non di sopprimerla, in attesa di tempi migliori, oppure, di riprenderla a scopo didattico per le scuole, formativo, per chi vuole sceglierla come attività, di autoproduzione per alcune preparazioni curative.
Per chi voglia farsi un’idea  dell’affascinante mondo della seta….Collegamento con il libro di Faragò che pubblicheremo integralmente.