Principi di riferimento
- La natura mutualistica: il fine non è il profitto, ma procurare beni e servizi a condizioni vantaggiose.
- Il carattere non speculativo: la “don Milani” è un’organizzazione non lucrativa ONLUS.
- L’autogestione: partendo dal presupposto che la “Casa” dovrà essere autogestita dagli operatori e dai residenti, si cercherà di realizzarla con aiuti delle persone generose.
- La cultura dell’integrazione e del mutuo aiuto: si intende abolire la tradizionale divisione delle persone in categorie e stimolare il mutuo aiuto (il più anziano aiuta il meno anziano, il più autonomo aiuta il meno autonomo).
- La cultura della parità: pur nel rispetto della diversità dei ruoli, le persone hanno pari diritti e pari dignità. Non ci sono operatori e utenti in senso stretto ma tutti sono operatori e utenti allo stesso tempo.
Valori fondamentali
- Lavorare sulla parte sana: anche nelle persone più in difficoltà esiste una parte sana sulla quale scommettere;
- Ricerca del benessere personale e sociale: obiettivo principale è il raggiungimento del livello più alto possibile di benessere personale e sociale: autostima, relazione autentica con gli altri, consapevolezza delle proprie risorse e dei limiti, capacità di stare, progettare e costruire insieme agli altri;
- Non sostituirsi al Pubblico: non ci vogliamo sostituire a nessuno, né siamo dei taumaturghi a cui delegare i problemi della marginalità e del disagio sociale. Vogliamo, contaminare, disseminare segni…..
- Il cambiamento come valore: crediamo all’importanza di educare ed educarsi al cambiamento per “saper divenire”;
- Sviluppo della socialità e della creatività: uno degli elementi essenziali della disponibilità al cambiamento è la ricerca di possibilità di attuare nuovi modelli di intervento;
- Più giustizia sociale: non ci si pone come antagonisti nei confronti della realtà sociale ma come forza che cerca di limitare i danni e a realizzare, nei fatti, una maggiore giustizia sociale;
- Una cultura che educhi all’ottimismo e alla speranza: ci sforziamo di pensare al nostro lavoro come una provocazione in grado di suscitare attenzione, riflessione, dibattito. Vogliamo essere co-promotori di una cultura basata sulla cooperazione piuttosto che sull’agonismo, sull’ascolto delle ragioni degli altri piuttosto che sull’affermazione esasperata delle proprie e sul giudizio.
“Gli anziani, che in tutte le civiltà sono considerati portatori di saggezza, potrebbero oggi essere ancora utili alla comunità con la loro esperienza […]. I disabili, se accettati e inseriti nella società in quanto esseri umani con la loro dignità, annullerebbero il falso confine tra normali e diversi (poiché per fortuna tutti siamo diversi) e contribuirebbero a ripensare la società secondo valori umani e cristiani, da attuare nella pratica quotidiana”. (Mario Lodi)